Ieri sera ero tra quelli che davanti alla tv tifava Grecia. Non perché esprimesse un calcio spettacolare (anche se estremamente organizzata: un bel 4-3-3 corto che sopperiva ad alcuni limiti tecnici della squadra di Rehhagel) ma perché, tranne quando sono parte in causa, tendo a tenere per la squadra più debole, o storicamente meno forte.
Al termine della partita, dopo che era sussesso l'incredibile (Dellas con uno scatto, no dico CON UNO SCATTO, anticipa tutta la difesa ceca e dà alla sua squadra il gol che vale la finale) inizio a fare zapping sulle varie trasmissioni sportive: un dramma, come sempre. Tutti a dire, con il solito tono retorico, che la bellezza del calcio è la sua imprevedibilità, la sua democrazia, qualcuno ha anche osato pronunciare la frase: "il Roteiro è rotondo".
Allora mi sono un po' pentito di aver tifato Grecia perché per me le cose belle del calcio sono altre: il tiro di Rosicky, i dribbling di Poborsky, le fughe di Nedved, l'organizzazione di gioco di una squadra, per esempio. Ma questo non fa audience. E noi continueremo a subire le solite facce.
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