31.12.04

Caro mago Merlino

Visto l’ateismo che pervade tutti i miei vasi sanguigni, anche quelli più nascosti, l’unico evento per me importante in questo periodo è l’arrivo del nuovo anno. Scrivo quindi una letterina a mago Merlino, mister della A.S. Speriamodigiocarbeneperchéèquellocheconta, con i miei 10 desideri per il 2005. Attendo che vengano esauditi. Fiduciosamente.

1- Fai approvare un decreto “ad personam” (tanto uno più, uno meno…) per impedire a chi ha meno di un neurone in testa di presentarsi come candidato alla presidenza della Federcalcio. Ci siamo capiti. Per Galliani dobbiamo aspettare un governo di un altro colore, neanche tu puoi niente contro di lui.

2- Cancella dalla mente di tutti gli allenatori di serie A, B, C, D, F, G, H… il modulo 4-2-3-1. Gli ultimi esperimenti (Roma, Parma, Lazio etc.) hanno dato i frutti che qualsiasi persona con un minimo di sale zucca poteva aspettarsi.

3- Riportaci indietro nel tempo, quando le competizioni europee erano tre: Coppa dei Campioni (squadre ammesse solo quelle che vincono lo scudetto), Coppa delle Coppe e Coppa Uefa (finale: andata e ritorno). E ripristina la Coppa Intercontinentale a Tokyo.

4- Calciomercato consentito solo dal 1° luglio al 15 agosto, con una finestra di 15 giorni alla fine del girone d’andata.

5- Direttori dei tre quotidiani sportivi: Gianni Mura (Gazzetta dello Sport), Maurizio Crosetti (Tuttosport) e Fulvio Bianchi (Corriere dello Sport).

6- Trasforma Aldo Biscardi in un pesce (ovviamente rosso) così da renderlo muto per sempre. Mi raccomando, prima della magia, fagli vedere le videocassette delle sue ultime puntate. Così se dovesse protestare, la moviola in campo toglierebbe gli ultimi dubbi.

7- Durante una puntata di “Guida al Campionato”, fai ingoiare a Maurizio Mosca un pendolino. Non il suo (lo digerirebbe in due nanosecondi), meglio uno delle Ferrovie dello Stato.

8- Manda un maleficio a tutti i parrucchieri dei calciatori per impedire ai vari Cassano, Crespo, Favalli e Legrottaglie di ripresentarsi in campo con le meches.

9- Il (quasi) più irrealizzabile. Fai che Arrigo Sacchi scelga Zdenek Zeman come allenatore del Real Madrid. Mi trasferirei subito in Spagna.

10- Il più irrealizzabile. Trasforma il centrosinistra in una coalizione seria (quindi senza Mastella). Che in Italia a essere ridicola ci pensa già la Cdl.

Buon anno.

28.12.04

Maradona, il mare

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Lontano da Roma, dal lavoro (mica tanto), vicino al mare, che d'inverno non ha rivali, con accanto quei libri che sul comodino di città si sfogliano molto lentamente. Si passano belle giornate, come quella di ieri. Ma inutile negarlo, ogni tanto l'occhio andava all'orologio (del telefonino, quello da polso non esiste più da tempo) per fare il conto alla rovescia sulle 8 e 30. Zuppa di farro, del buon rosso, ma soprattutto lui, lo speciale su Maradona di Raitre realizzato da quelli di Sfide. Un bel documento dove i compagni di squadra partenopei del Pibe de Oro (i vari Ferrara, Garella, Bagni, Bruscolotti, Carnevale, De Napoli e Giordano) non hanno fatto una gran bella figura: possibile che solo Ferlaino sapesse che Maradona si stava rovinando la vita? Il solito Valdano, poi, ci mette la sua acuta osservazione: «Quando Maradona aveva il pallone tra i piedi anche noi, i compagni di squadra, diventavamo degli spettatori. Era dura tornare dei giocatori, quando Diego ti passava il pallone».

23.12.04

La sottile linea bianca

«Non stare rigido sulle gambe…». Era cominciata normalmente (ma con un po’ più di freddo), ieri, la mia ennesima lezione di tennis. Durante gli anni del liceo dopo aver impugnato la racchetta per cinque anni, avevo deciso di smettere: allenamenti anche il sabato, la fidanzata che rompeva, gli amici che si divertivano. Insomma, c’erano tutti gli ingredienti per appendere la racchetta al chiodo. Compreso il fatto che (probabilmente) non sarei mai diventato Alberto Berasategui, quel pallettaro spagnolo che cercavo di imitare nel gioco, inclusa l’impugnatura impossibile del dritto. Così dissi basta, tra l’incredulità del maestro e dei miei genitori e il senso di vuoto che mi colpì i pomeriggi dei primi mesi lontano dai campi rossi. E adesso che faccio?, pensavo. Esco con la ragazza, con gli amici. Niente. Mi avevano ingannato, studiava o uscivano con le loro ragazze. Perciò iniziai di nuovo a giocare, ma questa volta a calcetto, sport che avevo abbandonato alla fine delle medie e che non mi teneva impegnato più di tanto, un paio di ore la settimana più la partita la domenica mattina. Si poteva fare.

Da un paio d’anni, però, mi sono lasciato convincere di nuovo. E ho risfoderato le amate Prince. Con l’amico di una vita, conosciuto tra uno smash e una volée e allenato dai compagni di una volta. Quelli che non hanno mai smesso.

«Non stare rigido sulle gambe…», mi diceva dunque ieri il maestro. Dall’altra parte della rete, Gabriele, un viso nuovo ma conosciuto (era la sua prima lezione), di quelli a cui non hai mai rivolto la parola, ma con cui senti di avere già confidenza. Un calciatore, per esempio. Non mi verrebbe mai in mente di dire «Scusi signor Cassano…», oppure «Mi dica dottor Ibrahimovic…». Gli darei certamente del tu. «Anto' famme passa'...», «Zlatan, sbrigati che vado di corsa...» . Un calciatore? Ma certo!, ecco dove l’avevo visto: sull’album Panini. O forse all’Olimpico. Perché Gabriele aveva una faccia “amica”, uno che anche se per poco è stato dalla tua parte.

Così, mentre raccoglievamo le palle (in tutti i sensi, perché quando finisce il cestino, di riempirlo non ne ho per niente voglia) lo avvicino con la domanda più idiota: «Gabriele, ma tu sei mai stato classificato?». Sapevo bene che non lo era mai stato, è tecnicamente e stilisticamente troppo scarso per aver mai fatto scuola. Si vede che è un autodidatta e che non ha mai preso il tennis sul serio. «No, no, ho fatto altri sport», risponde sorridendo Gabriele. «Tipo?», incalzo io. «Ho giocato a pallone», dice lui. Cinque secondi di pausa. «Tra i professionisti», aggiunge. Bingo, la mia memoria calcistica, che visto il mio rincoglionimento è evidentemente separata dal resto dei ricordi, non mi inganna mai. Aveva giocato nella Roma, nel Napoli e in una serie di squadre (praticamente una all’anno) tra A, B e C1. Insomma non un fenomeno. Che all’età di 32 anni ha deciso di smettere. «Quest’anno non ho trovato una squadra, il ginocchio non mi regge più e mi sono rotto i coglioni». «L’atmosfera tra i professionisti è bella», dice rispondendo alle domande degli altri tennisti part-time: «lo stadio pieno, la gente ti adora, le donne pure. Ma l’ambiente di lavoro è come tutti gli altri. Anzi peggio, di merda».

Ora Gabriele ha quindi deciso di affidare a Orso (il maestro) il proprio inguardabile rovescio. Ma del suo passato non ne vuole parlare. Sembra si vergogni. Forse di non aver trovato una squadra pronta a offrirgli uno stipendio, oppure che l’abbia riconosciuto solo io. Perché se per 90 minuti la settimana sei una delle persone più invidiate del mondo, finita la tua carriera, superata quella sottile linea bianca che separa il campo di gioco dalla vita, rischi di tornare normale. E non sempre l’accetti. Proprio come Gabriele.

22.12.04

Fumo negli occhi

Ne sanno qualcosa al Manchester City.

Manchester City's Joey Barton has been punished by the club after an incident at the Christmas party on Sunday.

Barton, 22, poked a burning cigar in youth team player James Tandy's left eye after a fracas at the Lucid nightclub in central Manchester.

Barton is said to have been provoked by Tandy trying to set his shirt on fire.


21.12.04

Digital devide

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Essendo un calcio-dipendente non potevo, dopo il mio ultimo trasloco (il più definitivo degli ultimi anni, spero), non abbonarmi a Sky. Detto questo, mi sembra che l'offerta di Murdoch, a parte il football, sia un po' povera: film bruttini e una ristrettissima gamma di canali interessanti che altrimenti non potrei vedere con una normale parabola e decoder. Ora però arriva il digitale terrestre e al di là delle prime scaramucce per trattare il prezzo dei diritti, credo che alla fine tutte le squadre approderanno anche su questa piattaforma consentendo a (quasi) tutti di vedere partite a 2/3 euro. Sì, perché il digitale terrestre al momento copre solo il 70% del territorio italiano. Ma questo non mi sembra averlo sentito durante gli spot pubblicitari.

20.12.04

Senza senso

Sono veramente curioso di conoscere le motivazioni che hanno spinto la giuria del premio Ussi-Coni a eleggere Paola Ferrari giornalista sportiva dell'anno.

14.12.04

La scienza non sbaglia

da Jorge Valdano, Il sogno di Futbolandia, Mondadori, pp. 290, euro 8,40

In Messico, durante il Mondiale del 1986, Maradona vinse una scommessa contro di me. Dopo gli allenamenti di solito ci fermavamo in campo, seduti a terra, a scambiare due parole per ammazzare il tempo, che durante i ritiri non passa mai. Le chiacchierate non avevano nulla di straordinario tranne la presenza di Diego che, come sempre, suscitava l’interesse di tutti. Una di quelle mattine egli si fermò a guardare languidamente i giornalisti che ci aspettavano (aspettavano soprattutto lui) e disse un po’ svogliato:

«Guardali…»

«Sono tutti ai tuoi piedi, ti adorano» gli risposi, tanto per dire qualcosa.

«A nessuno di loro piace il calcio» proseguì.

Per alimentare la conversazione scelsi di passare dall’altro lato del ring.

«Non è vero. Possiamo discutere di quanto ne capiscano, ma, se parliamo di piacere, il calcio piace a tutti.»

«Scommettiamo che non è così?»

«E come facciamo a verificarlo?» risposi con un’altra domanda.

Immaginò un metodo che attirò la mia attenzione per l’originalità e che mi parve accettabile come prova quasi scientifica. Si trattava di far cadere un pallone in mezzo a quello sciame di giornalisti. Se ce lo avessero restituito con i piedi, avrei vinto io, se invece avessero usato le mani avrebbe vinto lui. Accettai la scommessa.

Diego si alzò lentamente, prese un pallone e con la precisione incredibile che possiede e che, non so perché, mi ha fatto sempre sorridere, lo lanciò in mezzo al gruppo di reporter. Ci fu una gran confusione, come in un formicaio calpestato, un tira e molla nel quale ebbe la meglio il più deciso che, dopo aver fatto tre o quattro rapidi passi per mettere in chiaro chi aveva vinto la contesa, ci restituì il pallone con entrambi le mani, battendo una specie di fallo laterale.

Tentai di difendermi in qualche modo:

«Poveraccio. Magari si è vergognato di dartelo con il piede perché sei Maradona.»

Ma Diego aveva previsto la mia obiezione:

«Se mi trovo a una festa in casa del presidente della Repubblica, con lo smoking addosso, e mi lanciano un pallone sporco di fango, io lo stoppo di petto e lo restituisco come Dio comanda.»

Dio comanda di restituirla con i piedi, suppongo. Mi spiace, signori giornalisti, ma non scommetterò più su di voi.

13.12.04

Fourteen

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Il portiere del Siena Marco Fortin ha la maglia numero 14. Un caso?

(via Schermaglie di Antionio Dipollina)

40 euri

Vabbè che il costo della vita è aumentato, che c'è l'inflazione e che son arrivati gli euro. Ma oggi su Repubblica c'è uno specchietto significativo su quello che è stato negli ultimi 30 anni l'aumento dei prezzi per un biglietto d'ingresso allo stadio: 1,28 euro (2.494 lire) il prezzo medio nella stagione 1973-74; 18,56 euro (35.937 lire) il costo nel 2003-04. Numeri che da soli, però, non dicono molto (anche il prezzo del cinema, delle zucchine e della benzina sono aumentati di diversi punti percentuali in questi 30 anni); il dato che mi ha colpito di più è che gli spettatori (paganti + abbonati) per la serie A nel 1973-74 erano in media 34.915 a partita, mentre oggi sono 25.665. Ultima chicca: sabato prossimo al Delle Alpi per Juventus-Milan le curve costeranno 40 euri.

7.12.04

Battutaccia (V.M. 18)

Cosa avrà pensato lui dopo le parole di Capello: "Basta con i FALLI da svenimento."?

6.12.04

Bidone d'oro

And the winner is ...

Vuoto pericoloso

Non è vero, come si legge e si dice da più parti, che il presidente della Figc Franco Carraro rappresenti il nulla che avanza, il vuoto pneumatico. E' il pericolo n° 1 per il calcio italiano.

"Nel corso di questi anni, i giocatori della Juventus non sono mai stati trovati positivi ai controlli anti-doping. C'è stata una sentenza della magistratura torinese che va esaminata nei dettagli e, per farlo, bisogna conoscere le motivazioni".


Già. E Davids?

Tutti giù per terra

Capello dice che d'ora in poi i suoi giocatori non cadranno più nella trappola del fallo da svenimento. A parte che detta così sembra che i giocatori della Juventus siano gli unici della serie A a non praticare tale insopportabile usanza, sono d'accordo con il mister bianconero perché non se ne può più: siamo l'unico campionato in Europa, se non al mondo, in cui si vedono certe cose. L'unico rimedio è però elaborare una regola ufficiale, e non far decidere ai giocatori avversari se uno sta per crepare o se sta facendo finta. Proposta: ogni volta che il pallone viene buttato fuori, il giocatore a terra rimane out dal campo di gioco per 3/5 minuti.

4.12.04

Guardie del corpo

Ora, questa roba non c'entra molto con il calcio, ma stamattina aprendo la posta elettronica leggo il seguente messaggio:

Security: Luigi Senatore proveniente dal ministero degli interni seleziona esperti operatori della sicurezza "body guard". Per aspiranti stage di formazione.

E io che da anni aspetto una chiamata in nazionale. Da allenatore, si intende.

1.12.04

Fast football

Visto quello che sta succedendo con il digitale terrestre, credo che Sky farebbe bene ad aumentare la qualità dell'offerta cinematografica (onestamente "Scemo e più scemo iniziò così" non è un grande pellicola). O ridurre sensibilmente il prezzo delle partite: al momento i 10 euro a match per chi non è abbonato a Sky Calcio (contro i 3 di Mediaset e La7) sono un po' troppi. Sempre che le card del Biscione funzionino davvero, il che non è detto.