30.4.05

Tanto per dire

Volevo solo segnalare che non mi pare giusto che Totti, squalificato per cinque giornate, oggi giochi con la Primavera della Roma. E' come dire: "Le giovanili sono un cestino, buttiamoci quello che non va tra i professionisti". Inoltre si rischia di falsare il campionato primavera.

29.4.05

Punto interrogativo

"Prima della finale di Coppa Uefa guardate come eravamo ridotti. Ho 25 anni mi stanno ammazzando... il braccio si sta gonfiando, butta dentro dottò. Se me la vendo questa cassetta sai quanto becco..."

Ieri sera, come la maggior parte degli appassionati di calcio, ho visto la puntata di "Punto e a capo" su Rai Due. In esclusiva c'era il video girato da Cannavaro F. sulle iniezioni dei giocatori del Parma, prima della finale di coppa Uefa contro il Marsiglia nel 1999. Ora, al di là dello schifo nel vedere ragazzi sani che per svolgere la loro professione si devono iniettare in vena medicinali che (come tutti i farmaci) sono messi a punto per malati, avrei alcune domande da fare a Giovanni Masotti (conduttore della trasmissione).

1. Perché si è puntato il dito contro Cannavaro (vittima) e Neoton (farmaco) e non si è approfondita la responsabilità dei medici?
2. Cosa ci faceva in studio il legale della Juventus?
3. Perché a parlare di questi argomenti c'erano Barbara Palombelli, Arturo Diaconale e Antonio Di Pietro e, non dico Cannavaro, ma neanche un ex calciatore?
4. Un solo scienziato in studio (il farmacologo Garattini) non è un po' poco?
5. Infine, perché mandare in onda la trasmissione in seconda serata, quando di solito è un prime time?

28.4.05

Arenato

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Dunque, ieri ad Amsterdam. Una giornata e mezzo, un po' di lavoro, un paio di birre e qualche cannetta. Si parla tanto di investire negli stadi. Beh, se qualcuno lo facesse veramente che si studi bene l'Amsterdam Arena, simbolo di un calcio che per organizzazione è anni luce avanti al nostro.

22.4.05

Per fortuna

Allo stadio cantano sempre: "C'è solo un capitano". Meno male, pensa se erano due.

21.4.05

Punto di non ritorno

Nell'ultima settimana già tre persone mi hanno detto che si sono stufate del calcio. Ok, qui a Roma la situazione non è delle migliori: la Lazio sopravvissuta grazie alle amicizie politiche del suo presidente, la Roma che sta andando a rotoli in tutti i Sensi (società quindi parte tecnica). Ma non mi sembra che da altre parti l'andazzo sia migliore: a Milano si tirano razzi come se niente fosse, a Terni un bel po' di tifosi arrestati, a Firenze i supporter entrano negli spogliatoi, eccetera eccetera. Insomma un gran casino.

Provo ad analizzare: negli ultimi 15 anni, da quando cioé la maggior parte della gente non ha più passioni politiche (anche quelli più appassionati), il calcio ha smesso di entrare in politica ed è iniziato ad avvenire il contrario. Brutta storia perché il football è diventato troppo importante, se poi si aggiunge anche il valore economico che ha acquistato (maledetti diritti tv). E i tifosi, sempre ultima ruota (qualche volta bucata) del carro, sono stati invasi da questa rivoluzione, in parte non capendone l'entità (in molti non hanno i mezzi per farlo) e in parte rimanendo disgustati dall'eccessiva importanza politica, sociale e finanziaria che hanno 22 giovanotti in mutande che corrono su un campo verde.

Risultato: c'è chi come me che in una serata come quella di ieri (Roma-Siena 0-2) torna a casa pensando su tutto il Lungotevere a come sarebbe stato utile quest'anno il buon vecchio Damiano Tommasi e chi (di meno ma fanno molto più casino) si picchia selvaggiamente, con altri tifosi o con la polizia, spesso non sapendo neanche perché. Il problema è che non ci sono più valvole di sfogo alternative al calcio (Ma è lecito sperare, per esempio, nella rinascita di una passione politica? La vedo dura, molto dura).

Ora non voglio giustificare quegli idioti (leggasi tifosi) che ogni domenica creano problemi di ordine pubblico, ma se il calcio italiano (e non) ha iniziato a infastidire anche me c'è qualcosa che non va. Sicuro.

18.4.05

Per chi tifare

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Dopo una settimana di lavoro infernale, la domenica, come al solito, dedicata al calcio. E ieri sera le prime due squadre di Spagna si sfidavano a distanza. Hanno vinto tutte e due e ormai a sei giornate dalla fine i sei punti che separano Barecellona e Real Madrid dovrebbero far dormire sonni tranquilli ai catalani. La cosa su cui mi interrogavo ieri (da una parte tifavo il Barça e dall'altra gufavo il Real) è perché quando assisto a un evento sportivo mi sento di dover parteggiare per qualcuno. Ma la stanchezza ha rimandato ogni possibile risposta a data da destinarsi.

P.s.: In Kazakhstan non c'è niente, ma proprio niente. Ogni tanto, però, qualche campo di calcetto di vede.

7.4.05

A vanvera

Poco tempo causa lavoro. Stop. L'Inter non meritava di perdere 2 a 0. Stop. Comunque acquistasse un paio di difensori seri. Stop. Il Chelsea è una grande squadra, niente storie. Stop. Tre settimane senza campionato le ho rette bene. Stop. Se Cassano va alla Juve perché non gli si chiede Zambrotta (più soldi). Stop. Sono quattro mesi che ho in bagno la raccolta degli album Panini, potrei sostenere un esame (di stato). Stop. Scandaloso intitolare la stazione Termini al papa. Stop. A Roma sembra di stare in Iran ai funerali di Khomeini. Stop. Se Berlusconi diventasse papa si chiamerebbe Pio Tutto. Stop. Che cazzata. Stop.

5.4.05

11-2

Tutto quello che mi viene in mente dopo un risultato dal punteggio zemaniano.

1- Berlusconi a 12 ore dall'esito del voto ancora non si è fatto sentire.

2- Ieri sera sono stato un quarto d'ora immobile, con un sorriso da idiota, di fronte al Televideo, guardando i risultati di Lazio e Puglia.

3- Fini dice che le persone sono più interessate alle cose pratiche (la casa, il potere d'acquisto, lo stipendio) che alla riforma costituzionale. Secondo me la Costituzione è una cosa pratica.

4- Sono contento della vittoria di Marrazzo, ci mancherebbe. Ma vorrei che la prossima volta si scegliesse un candidato non-televisivo: è il modello Berlusconi.

5- Leviamoci dai piedi Di Pietro.

6- Storace dice che a Roma, dove ha perso pesantemente, il voto è fortemente ideologizzato. E invece a Latina e Frosinone?

7-
Il centrosinistra non ha vinto le politiche del 2006.

8- Si dice che sul cattivo risultato di Forza Italia abbia pesato la mancata discesa in campo di Berlusconi. Anche alle regionali del 2000 fu così, ma FI prese il 25% (oggi il 18%).

9- Mi fa felice vedere che le uniche due donne candidate (Bresso e Lorenzetti) abbiano vinto.

10- Nel Lazio la lista Forza Roma ha preso più voti di Avanti Lazio: sono soddisfazioni.

11-
Come mi segnala scherzando E. via sms: in Puglia trionfa Vendola. Un gay alla guida di una regione del macho sud. Succede una volta ogni morte di papa.

12- "Li ho sfondati". Così Francesco Storace, dopo una tribuna elettorale con Marrazzo e Mussolini qualche giorno fa. Infatti.

P.s.: Mentre guardavo il Televideo, le salse del kebab che mi ero comprato mi hanno macchiato tutti i pantaloni. Machissenefrega.

P.s.2: Il post qui sotto del 31 marzo non viene visualizzato bene a causa dello smobilitamento del sito di Forza Italia. Il link era ai manifesti che fornivano motivi per un voto a FI.

2.4.05

Sospensioni

Al di là delle emozioni e delle suggestioni del caso, mi sembra fuori luogo sospendere il campionato di calcio per l'imminente morte del papa. Viviamo o no in uno stato laico? Secondo me, no.

1.4.05

Papa re

Ok, per un ateo come me la morte del papa avrà solo il significato di un evento storico (e soprattutto mediatico). Ma non posso fare a meno di osservare che oggi Roma è una città diversa: la gente in strada, al bar, in ufficio (anche il mio) ha un umore diverso. Alcuni sono tristi, altri dicono che non gliene frega niente (ma comunque lo dicono), altri ostentano un'innaturale felicità. Tutti atteggiamenti che hanno in comune un aspetto: non sembra che stia per morire un capo religioso (che, ricordo, ha visitato Pinochet come se fosse un normale capo di stato e si è detto subito felice dell'indipendenza della Croazia, contribuendo a un quel bel po' di casino che è stata la guerra in ex Jugoslavia), ma un capo di stato, anzi un re. Forse perché a Roma il papa è, coscientemente o no, visto ancora così. Come un sovrano. Che sta passando gli ultimi momenti della vita nella sua reggia.