19.11.08

Il piacere della carta

Dopo la recente presentazione di Wired in molti si sono chiesti se ha senso fare (ancora) un giornale di carta, per di più sulla tecnologia. Confesso che anche io, in linea generale, sono dubbioso: la maggior parte delle informazioni che mangio quotidianamente le prendo dal web, che meglio della carta me le seleziona e rende la mia dieta informativa molto più semplice da consumare. Detto questo, credo di essere arrivato a questo punto - come molte altre persone - perché i giornali di carta non ti danno nulla di più di quello che ti dà il web.

L'altro giorno ero qui, per tenere una lezione sui new media. Quasi tutti gli studenti mi hanno detto che loro si informano sul web e non più sulla carta. La scelta del digitale non è quindi più una cosa solamente nostra, impallinati di tecnologia. Ma, alla mia domanda: "Leggereste mai un libro su computer o su e-book?", la risposta secca è stata no. Il piacere di avere in mano un libro e poterlo sfogliare è nettamente superiore.

Ora, non voglio essere così ingenuo di paragonare un libro a un giornale, ma è evidente che i cartacei (soprattutto i quotidiani) abbiano fatto perdere al lettore quel piacere di sfogliare. Se si apre la maggior parte dei giornali si trovano soprattutto tantissimi articoli brevi, con foto insignificanti. Questo vuol dire mettersi in competizione con il Web, senza averne gli strumenti. In Rete di news ne trovo tantissime e sulla quantità Internet non ha rivali.

In questo senso, gli unici che al momento possono giocare con (più o meno) le stesse armi giornalistiche della Rete sono i quotidiani free-press, perché gratis come il Web. Gli altri giornali - quelli a pagamento - devono dare qualcosa in più, dal punto di vista giornalistico (basta riportare tutte - ma proprio tutte - le notizie, anche quelle più insignificanti, del giorno prima) e da quello grafico, investendo di più nelle foto e con infografiche e disegni che sul Web non sarebbero altrettanto godibili. C'è chi lo fa come Internazionale e sta andando bene.

Per questo credo che Wired, come qualsiasi altro giornale che punti su questa doppia qualità (grafica e giornalistica), possa avere qualche chanche, anche se su carta. Il gusto di sfogliare, di toccare con mano qualcosa da leggere ancora non si è perso del tutto.

P.s.: Oh, per eliminare (o alimentare) ogni sospetto, io sono un tifoso della versione cartacea di Wired, per tre motivi: il primo è la passione, la competenza giornalistica e la dedizione con cui Riccardo e i suoi stanno lavorando; il secondo è perché si tratta di un buon prodotto (ho avuto la fortuna di vedere il numero 0); il terzo (e non ultimo): sono un loro collaboratore.

P.s.2: In molti dicono che la carta andrebbe abbandonata per motivi ecologici. D'accordo. Ma è stato mai fatto un confronto fra la quantità di energia consumata dai computer su cui ci informiamo e il numero di alberi che vengono abbattuti per produrre carta?

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