22.9.05

Iaquinta vs. Pozzo (alias un dirigente vs. il suo datore)

Come quasi tutti sanno il centravanti dell'Udinese Iaquinta è stato di fatto messo fuori rosa perché non vuole rinnovare il contratto con il club bianconero (in alternativa lo farebbe a cifre considerate fuori buget dal patron Pozzo).

Ora a primo impatto mi viene di parlare di ricatto ("O firmi o stai fuori, e rischi di perdere il mondiale"), al limite anche di mobbing. Poi penso però che sempre più spesso si sente parlare di società di calcio che dovrebbero essere gestite come delle società "vere". Cosa succederebbe quindi se un buon manager andasse dal proprio amministratore delegato (o dal proprietario dell'azienda) e dicesse: "O mi alzi l'ingaggio o quando mi scade il contratto me ne vado dal tuo concorrente."? Credo che le opzioni possibili per il titolare sarebbero quelle a) di fare il possibile per trattenere il manager o b) di puntare su un'altra persona, magari già interna alla ditta.

Con ciò non voglio dire che sono completamente dalla parte di Pozzo perché è chiaro che il contratto di Iaquinta va onorato fino in fondo anche da parte dell'Udinese e il giocatore ha tutto il diritto di voler cambiare squadra quando non sarà più vincolato ai friulani. Ma vanno riconosciuti anche i diritti dei
bianconeri che se sanno che non potranno più contare su un giocatore importante come Iaquinta devono provare delle alternative per il futuro.

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