Per lavoro - ma anche per piacere - mi interesso di nuove tecnologie, in particolare di quelle legate al computer (Internet, blog, banda larga e roba simile). Ora, succede che oggi mi imbatta in un articolo di Giuseppe Turani su Affari & Finanza di Repubblica, dove viene presentato "in anteprima" e con discreta enfasi (In un certo senso si può dire che con questo sistema operativo si entrerà sul serio nell'era dell'informatica) il nuovo sistema operativo di Microsoft, Longhorn. Ecco, non so perché (?), ma mi sembra che se ci si dovesse basare solo su quello descritto da Turani non ci sarebbe nulla di innovativo. Mi spiego (in corsivo le citazioni dell'articolo) e chiedo scusa per la lunghezza del post.
Oggi, per lavorare con Windows, molti tengono sullo schermo tutte le iconcine che sono collegate ai vari programmi. In molti casi (e il mio è uno di questi) lo schermo appare come una giungla di iconcine. Con Longhorn (lungo corno o lunga antenna?) tutto ciò non sarà più necessario. Quando infatti si andrà a aprire il menù "start", dove si trova l'elenco dei programmi, non trovate nessun elenco, ma una casella: basterà scrivere le prime lettere del programma che cercate e subito vi apparirà il nome per esteso, ciccate e si parte. Insomma, basterà scrivere "exc" per vedere scattare Excel. O Photo per vedere partire Photoshop. E così via. La stessa vale ovviamente anche per le cartelle personali di lavoro. E quindi si può cominciare a tenere lo schermo pulito, senza più quella selva di iconcine che oggi ci consente di trovare in fretta il programma o la cartella che ci interessa.
Quindi non posso più accedere a un file con solo doppio clic e se non mi ricordo come si chiama il documento da aprire sono fottuto.
Se voi avete un notebook che usate sia a casa che in ufficio, può essere che in ufficio vi servano certe cartelle e a casa altre. Ebbene, il notebook attrezzato con Longhorn dovrebbe essere in grado di capire (in base ai collegamenti che trova) se siete a casa o in ufficio, e a quel punto predisporrà le cose sullo schermo nel modo da voi desiderato. Ma questa è solo una delle magie. La seconda è ancora più interessante e riguarda quelli che, per lavoro, fanno spesso delle riunioni aziendali. Di norma, in queste riunioni, arriva uno con il suo notebook e poi comincia a proiettare su uno schermo le cose che vuole spiegare o fare vedere agli altri. Ebbene, con Longhorn questo non sarà più necessario. Tutti arriveranno nella sala riunioni con il loro bravo notebook. Il sistema operativo sarà in grado di individuare tutti i notebook presenti e stabilità una specie di sottorete aziendale (che riguarda quella stanza) e quindi l'oratore dovrà solo richiamare i documenti che gli interessano sul proprio schermo: essi appariranno come d'incanto anche sugli schermi degli altri presenti in sala. La cosa, naturalmente, vale per tutti i notebook. In sostanza, invece di passarsi i fogli di carta con su tabelle e appunti, sarà sufficiente richiamare le cose sul nostro schermo e subito appariranno anche sugli schermi degli altri partecipanti alla riunione.
Se ho capito bene, quindi, non sarò agevolato se a casa vorrò utilizzare delle cartelle dell'ufficio. E poi, non uno, ma tutti dovranno avere un notebook per partecipare a una riunione. E infine: la condivisione di documenti, anche senza cavi, mi sembra che esista da un bel po'.
I tecnici di Microsoft hanno introdotto le finestre "glass". Finestre, cioè, che sembrano fatte di vetro. Il che significa che quando aprite un menù non vi trovate di fronte al solito rettangolo (bianco o colorato) che cancella tutto quello che c'è dietro. E quindi se come sfondo usate la fotografia della vostra fidanzata, dei vostri figlioli o del Monte Bianco, quell'immagine continuerà a sorridervi dallo schermo.
Devo commentare?
P.s.: Ho una toeria sulle tecnologie (che poi non è la mia): devono semplificare quello che voglio io, non quello che vogliono gli altri.
Oggi, per lavorare con Windows, molti tengono sullo schermo tutte le iconcine che sono collegate ai vari programmi. In molti casi (e il mio è uno di questi) lo schermo appare come una giungla di iconcine. Con Longhorn (lungo corno o lunga antenna?) tutto ciò non sarà più necessario. Quando infatti si andrà a aprire il menù "start", dove si trova l'elenco dei programmi, non trovate nessun elenco, ma una casella: basterà scrivere le prime lettere del programma che cercate e subito vi apparirà il nome per esteso, ciccate e si parte. Insomma, basterà scrivere "exc" per vedere scattare Excel. O Photo per vedere partire Photoshop. E così via. La stessa vale ovviamente anche per le cartelle personali di lavoro. E quindi si può cominciare a tenere lo schermo pulito, senza più quella selva di iconcine che oggi ci consente di trovare in fretta il programma o la cartella che ci interessa.
Quindi non posso più accedere a un file con solo doppio clic e se non mi ricordo come si chiama il documento da aprire sono fottuto.
Se voi avete un notebook che usate sia a casa che in ufficio, può essere che in ufficio vi servano certe cartelle e a casa altre. Ebbene, il notebook attrezzato con Longhorn dovrebbe essere in grado di capire (in base ai collegamenti che trova) se siete a casa o in ufficio, e a quel punto predisporrà le cose sullo schermo nel modo da voi desiderato. Ma questa è solo una delle magie. La seconda è ancora più interessante e riguarda quelli che, per lavoro, fanno spesso delle riunioni aziendali. Di norma, in queste riunioni, arriva uno con il suo notebook e poi comincia a proiettare su uno schermo le cose che vuole spiegare o fare vedere agli altri. Ebbene, con Longhorn questo non sarà più necessario. Tutti arriveranno nella sala riunioni con il loro bravo notebook. Il sistema operativo sarà in grado di individuare tutti i notebook presenti e stabilità una specie di sottorete aziendale (che riguarda quella stanza) e quindi l'oratore dovrà solo richiamare i documenti che gli interessano sul proprio schermo: essi appariranno come d'incanto anche sugli schermi degli altri presenti in sala. La cosa, naturalmente, vale per tutti i notebook. In sostanza, invece di passarsi i fogli di carta con su tabelle e appunti, sarà sufficiente richiamare le cose sul nostro schermo e subito appariranno anche sugli schermi degli altri partecipanti alla riunione.
Se ho capito bene, quindi, non sarò agevolato se a casa vorrò utilizzare delle cartelle dell'ufficio. E poi, non uno, ma tutti dovranno avere un notebook per partecipare a una riunione. E infine: la condivisione di documenti, anche senza cavi, mi sembra che esista da un bel po'.
I tecnici di Microsoft hanno introdotto le finestre "glass". Finestre, cioè, che sembrano fatte di vetro. Il che significa che quando aprite un menù non vi trovate di fronte al solito rettangolo (bianco o colorato) che cancella tutto quello che c'è dietro. E quindi se come sfondo usate la fotografia della vostra fidanzata, dei vostri figlioli o del Monte Bianco, quell'immagine continuerà a sorridervi dallo schermo.
Devo commentare?
P.s.: Ho una toeria sulle tecnologie (che poi non è la mia): devono semplificare quello che voglio io, non quello che vogliono gli altri.
2 commenti:
un commento veloce, ho letto anch'io l'articolo e da utente MAC mi sono chiesto, ma dove stanno le novità? Io utilizzo queste cose QUOTIDIANAMENTE ora, non il prossimo anno, perchè tanta enfasi? Non sarà mica un articolo promozionale?
A me l'articolo di Turani sembra un pubbliredazionale. Ho inviato questa richiesta di chiarimenti al direttore di Repubblica:
Egregio direttore,
sono sinceramente perplesso per l'articolo di Giuseppe Turani dedicato al nuovo sistema operativo di Microsoft (http://www.repubblica.it/2005/g/sezioni/scienza_e_tecnologia/affin3/affin3/affin3.html).
A questo proposito, condivido molte delle critiche di Paolo Attivissimo in merito alla forma e alla sostanza (http://attivissimo.blogspot.com/2005/07/ixt-repubblica-parla-di-longhorn-parte.html) e Le chiedo, in qualità di direttore responsabile della Repubblica, di rassicurarmi sul fatto che Giuseppe Turani non ha percepito alcun compenso da Microsoft per gli sperticati elogi che dedica al prodotto dell'azienda.
Le ricordo che la Carta dei doveri del giornalista impone precisi doveri in merito all'informazione e alla pubblicità:
I cittadini hanno il diritto di ricevere un'informazione corretta, sempre distinta dal messaggio pubblicitario e non lesiva degli interessi dei singoli. I messaggi pubblicitari devono essere sempre e comunque distinguibili dai testi giornalistici attraverso chiare indicazioni.
Il giornalista è tenuto all'osservanza dei principi fissati dal Protocollo d'intesa sulla trasparenza dell'informazione e dal Contratto nazionale di lavoro giornalistico; deve sempre rendere riconoscibile l'informazione pubblicitaria e deve comunque porre il pubblico in grado di riconoscere il lavoro giornalistico dal messaggio promozionale.
La ringrazio sin da ora dell'attenzione e rimango in attesa di una Sua cortese risposta.
Cordiali saluti.
Nicola Mattina
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