23.10.06

Mezzi scioperi

Non sono esperto di questioni sindacali, anche perché non ho avuto mai alcuna associazione che prendesse le mie difese. Quello che però succederà mercoledì a Sky, e cioè che in un giorno di agitazioni giornalistiche tutte le partite saranno seguite da un solo telecronista anziché due, mi fa pensare ancora una volta che gli scioperi dei giornalisti (categoria che vanta ancora i privilegi del Ventennio quando Mussolini decise di equipararla a quella dei magistrati per ovvi motivi di propaganda) vanno a unico svantaggio dei lettori e non degli editori. Un abbonato Sky (che ha quindi già pagato i prossimi mesi), infatti, perché dovrebbe essere privato di un servizio che ha già acquistato? E a Murdoch, che ha già incassato i soldi degli abbonamenti e della pubblicità, cosa gli frega dell'ennesimo sciopero? Discorso diverso va fatto per la carta stampata (anche se uno che è abbonato a un quotidiano o a una rivista li riprende i soldi della mancata uscita?) o per la tv digitale terrestre per le quali posso decidere volta per volta se comprare o meno il prodotto giornalistico. Anche se nel primo caso gli editori, nei giorni successivi lo sciopero, aumentano la foliazione per metterci più pubblicità e nel secondo caso la pubblictà venduta viene comunque mandata in onda.

Infine una considerazione. Anzi tre. In un paese che legge sempre meno quotidiani, il sindacato dei giornalisti è sicuro che lo sciopero sia l'arma migliore per contrastare gli editori? Ed è sicuro che il senso dei contiui scioperi sia pienamente compreso dai lettori che sempre più hanno in antipatia la categoria? E poi ha senso continuare a difendere i privilegi di pochi (quelli - non tutti, s'intende - che stanno dentro le redazioni dei grossi giornali, che prendono palate di soldi e che fanno poco o nulla) a discapito dei molti (i freelance o quelli che stanno nei piccoli giornali) che dai continui scioperi non hanno altro che da perdere?

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