Da quando è in carica il governo Prodi, in politica estera, l'Italia ha:
- Ritirato le truppe dall'Iraq.
- Guidato una forza di pace Onu per far finire (limitare) il conflitto Libano-Israele.
- Criticato pubblicamente e più volte la politica antipalestinese di Israele.
- Criticato la scelta di Bush di inviare più truppe in Iraq.
- Criticato più volte la politica estera della Casa Bianca.
- Tentato di fermare l'esecuzione di Saddam (ripetutamente definita una barbarie).
Direi dunque che Diliberto e Bertinotti, nel tentativo di conquistare consensi in vista delle prossime amministrative (in un modo così demagogico che neanche la Lega), potrebbero già vendere al loro popolo i successi sopra citati, anziché continuare a battere su questioni come l'allargamento della base Usa di Vicenza e il ritiro dall'Afghanistan. Invece no. Ignorando, in palese cattiva fede, che l'agenda di un paese - in politica estera - è condizionata dalle alleanze e dagli accordi stretti dai governi precedenti, mettono a rischio l'esecutivo. Vabbè, sopporteremo anche questa. Ma almeno sarebbero gradite uguali insistenze e minacce anche su altri temi come il riconoscimento delle coppie gay o la rivisitazione della legge sulla fecondazione assistita. Ma forse sono battaglie che non portano tanti voti.
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