2.4.07

Antichi universi valoriali

Vorrei segnalare a Galli Della Loggia che io che (per ora) appartengo ancora alla generazione dei figli tutta questa differenza fra prima e dopo il cellulare (o Internet) non la vedo. Per fare un esempio: ho fatto il liceo in una scuola della periferia degradata di Roma, a Spinaceto (sì, quella di Moretti). Ricordo bene (venivo da otto anni in una scuola privata religiosa con una educazione simil-collegiale e quindi l'impatto fu forte) che il mio vicino di banco la prima cosa che fece entrando in classe il primo giorno di scuola (era il '92, non il '54) fu sputare per terra; e alla seconda ora un mio compagno era già stato legato alla sedia da quelli delle classi superiori. Il tutto, udite udite, senza che ci fosse in classe un cellulare né che qualcuno di noi sapesse dell'esistenza di Internet e del web.

Dall’altro, più o meno nello stesso periodo, ha preso forma una gigantesca rivoluzione scientifico-tecnica di portata generale, sì, ma capace di irrompere in modo pervasivo nella quotidianità del privato (si pensi alla pillola, alla tv, a Internet, all’ingegneria genetica), ed è in questa nuova quotidianità - distruttiva degli antichi universi valoriali e stilistici rappresentati esemplarmente dalla scuola - che si forma la nuova soggettività giovanile, forte del suo potere d’acquisto e non più orientata a un rapporto di imitazione con il mondo adulto ma piuttosto in arrogante, spesso aggressiva e violenta, contrapposizione a esso. Il cui simbolo è non a caso il cellulare.

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