Per tutte queste ragioni pagherà: tre turni di squalifica. Si può discutere sul fatto che siano troppi o pochi, ma non li ha sanzionati né lui né la Federcalcio italiana, bensì l’Uefa che dovrebbe essere al di sopra delle parti.
Nonostante questo iter (sputo-denuncia-inchiesta-squalifica) c’è già chi (vedi il commento anonimo al post qui sotto), come un avvoltoio, chiede la testa di Totti: è il solito “coatto”; non dovrebbe mettere più piede in nazionale; andrebbe squalificato fino al 2100 (casomai avesse una carriera più lunga della media). Insomma, andrebbe cancellato dalla storia del calcio.
Questo non mi piace. Una persona, anche se nel suo campo ha una grossa responsabilità, ha il diritto di sbagliare e il dovere, poi, di pagare. È successo a campioni come Zidane e Rijkaard e nessuno si è permesso di dire che erano due tamarri di periferia. Totti ha sbagliato e ora, giustamente, secondo le regole dell’Uefa (e non divine) pagherà. Non mi sembra il caso di trasformarsi in forcaioli o vestirsi da moralisti appena qualcuno sbaglia. Ma, si sa, in Italia, è lo sport preferito. Anche più del calcio.
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