Come dice Kubala forse avrei dovuto scrivere un lungo post sulla annunciata staffetta tra Carraro e Abete tra un paio di anni al vertice della Federcalcio. Avrei dovuto scrivere che sono schifato, avrei dovuto dire che non cambia mai nulla, avrei dovuto sottolineare che i poteri forti dopo aver massacrato il nostro amato calcio vengono riconfermati a pieno titolo. Già, avrei dovuto. Ma non l'ho fatto. E non senza un motivo. Il problema è che non sono sorpreso e inizio a rassegnarmi. L'unico che avrebbe potuto guidare una cordata anti Carraro-Galliani poteva essere qualche anno fa Sensi (grande squadra, grosso bacino di pubblico), ma da quando anche lui ha deciso di cambiare idea e di montare sul carrozzone, è finita ogni speranza. Onestamente non vedo come possa arrivare qualcuno per salvarci: Della Valle se alza la voce lo fa solamente perché gli manca qualche contratto televisivo all'appello, Moratti è un cerebroleso, la new entry Lotito è perfettamente allineata. Per tutti gli altri presidenti apparentemente dissidenti (Zamparini e altri) se gli dai qualche euro in più tornano buoni buoni. I tifosi, da parte loro (anzi nostra), non hanno la forza (né giustamente la voglia e il tempo) per fare un po' di casino. E i giocatori non hanno alcun interesse a cambiare un sistema che li ha resi ricchi sfondati. Il calcio italiano (un po' come la nostra politica) è ormai questo. Prendere o lasciare.
15.2.05
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