1.10.05

Il manifesto delle buone intenzioni

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Io ho grande rispetto per il manifesto. E spero che giornali di questo tipo possano sempre esistere in Italia (e nel mondo): significa che la libertà di stampa è assicurata. Però. Però oggi, quando tutti i quotidiani non sono usciti per via dello sciopero, lo trovo in edicola perché il manifesto è proprietario di se stesso. E fin qui niente di male (anzi, lo compro). Poi leggo l'editoriale del grande Franco Carlini dove in parte parla dell'eccessivo servilismo dei giornalisti e degli stipendi poco dignitosi dei giornalisti online. Bè, certo, sul primo punto ha ragione, anche se non mi sembra che il Corsera, la Repubblica, La Stampa e il Secolo XIX risparmino critiche al Potere: politici (premier compreso), banche, industrie. Poi leggo gli articoli sulla condizione della stampa italiana nella stessa pagina dove si denuncia la cattiva situazione (economica e professionale) di redattori, free-lance etc. Bene, ben fatto. Corro quindi a dire a L. che c'è questa interessante pagina da leggere. L. mi risponde: "Ah, sai, a proposito di manifesto, M. se ne è andato dalla redazione e ora fa una sostituzione in radio: non pagano i collaboratori da qualche mese".

P.s.: Non mi sembra carino parlare dell'indipendenza e della libertà del proprio giornale, insomma farsi pubblicità, il giorno che non si ha concorrenza. E poi, se proprio si vuole denunciare la cattiva condizione del giornalista precario, forse, prima, bisognerebbe guardarsi in casa.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo...e penso che malgrado la proprietà di sè stesso, il Manifesto (per Manifestare solidarietà alla categoria)avrebbe potuto cmq scioperare...premetto che sono di sinistra ma mi piace sempre meno questa tendenza del radicalismo di sinistra di predicare il bene razzolando così così...

Anonimo ha detto...

...eh...eh...tutti bravi a fare i finocchi con il culo degli altri...