15.3.05

I Conti non tornano

Se tra i tifosi della Roma si dovesse fare un sondaggio su qual è il giocatore più amato nella storia del club probabilmente vincerebbe Bruno Conti (seguito da Totti e Di Bartolomei). Detto questo, non capisco la scelta dell'ex ala destra come allenatore della Roma. Primo, perché da sempre sono allergico agli esoneri, soprattutto se a farli sono gli stessi tifosi. Secondo, perché Conti ha solo un'esperienza da tecnico, come allenatore degli Esordienti della Roma. Terzo (punto fondamentale), perché la scelta del mundial '82 è stata fatta dalla società come un'operazione simpatia, per distogliere tutto e tutti dalle sue colpe. Che non sono quelle di "non cacciare i sordi", come si dice da queste parti, ma quelle di non organizzare tranquillamente una società "senza sordi". Il che non è un peccato mortale, ma un dato di fatto. Non si può rimproverare alla famiglia Sensi di non comprare più i Batistuta, gli Emerson, i Samuel e i Cassano (e anzi di venderli): negli ultimi anni sono stati fatti sforzi maggiori di quelli che si potevano (e forse si dovevano) fare, ma sono stati ripagati nel 2001. Ora è il momento di tirare la cinghia e di programmare un futuro che non sarà roseo come il recente passato, ma in linea con la storia della Roma (tre scudetti, una coppa delle Fiere, 7 coppe Italia in 80 anni storia). Con tutto il rispetto, quindi, non può essere una ragazza poco più che trentenne (Rosella Sensi) a coprire tutte le alte cariche della società. Meglio rinnovare il contratto a Baldini (che deve fare solo il ds), scegliersi un buon amministratore delegato, un bravo direttore generale e un addetto stampa d'esperienza. Oltreché, ovviamente, un allenatore in grado di insegnare calcio ai giovani (unico futuro dal punto di vista tecnico). E magari tra 20 anni...

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