Questa storia del ministro Moratti che si è registrata tutte le vie di Milano come domini Internet per farne dei blog e così capire quali sono i reali problemi dei milanesi ha fatto un bel baccano. Primo perché al di là dell'eventuale interesse della ministra per gli elettori il tutto sembra essere un'operazione di cybersquatting. Secondo perché l'utilità dell'iniziativa è assai dubbia. Terzo perché trattasi di disprezzo per la cosa pubblica. C'è, comunque, chi l'ha trovata un'idea intelligente.
Secondo me l'iniziativa la dice lunga su quale sia l'utilizzo che i nostri governanti fanno di Internet. La Moratti (meglio: il suo staff) sa benissimo che pochi visiteranno i suoi siti e che il problema di una via (o di un largo o di una piazza) nel 99,9% dei casi è lo stesso della via accanto. Segue che: è una pura operazione di marketing che niente ha a che vedere con l'avvicinarsi dei politici (via Internet) alla gente. Insomma la Rete fa figo ed è molto cool. E noi ce ne impadroniamo, così si dà l'idea alla gente (per lo più non internauti, dati Istat alla mano quelli che hanno un accesso al web sono solo il 34,5% degli italiani) che noi guardiamo al futuro perché siamo on-line, roba mica da ridere.
Chiunque abbia navigato più di dieci minuti nella sua vita sa che se il porgetto funzionasse davvero, la gestione di tutta l'operazione sarebbe altamente costosa in termini di denaro (che non è un problema per la Moratti) e di risorse umane (qui non credo ci sia la volontà di investire molto). Se dovessi scommettere un euro, quindi, per me il progetto non funzionerà, anzi. E noi saremo costretti a leggere commenti come questi del blog di Largo Celestino Usuelli.
Si desidererebbe che questi centri telefonici per extracomunitari e i negozi gestioti da questi ultimi rispettassero gli orari normali. Cosa fanno esattamente? Perchè sono aperti anche la sera tardi?
Do you know fusi orari?
1 commento:
Vorrei proporti uno scambio di link tra i nostri blog se ti va fammelo sapere
saluti Bernardino
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