30.9.07

Famiglie

Ieri, come succede ormai da 12 anni a questa parte, sono andato allo stadio quando la Roma gioca in casa. Una partitaccia. Quattro gol presi (tra l'altro meritatamente) da quei polentoni dell'Inter guidati da ciuffo d'oro Mancini. Una disfatta. Verso la fine della partita, Totti (match pessimo) sbaglia l'ennesimo passaggio e io - in modo colorito (ero anche incavolato per la rottura della chiave del garage) - dico che oggi per il capitano non è giornata. In tre si girano in un nanosecondo e mi dicono all'unisono che non mi merito nulla, che sono un tifoso di serie B, che sono un coglione. Rispondo garbatamente (stavolta davvero) che siccome ho pagato il biglietto come loro (e anche se non lo avessi pagato avrebbe fatto lo stesso) ho tutto il diritto di criticare e che poi non è un delitto dire che Totti ha giocato male (mica ho detto che è scarso, lo reputo il più forte di tutti). Loro dicono che NON SI PUO' criticare il Pupone. Io: e perché? Loro: perché no. A questo punto arriva un signore (uno apparentemente tranquillo) di una 45ina d'anni (con madre 70enne - che mi ripeteva di stare zitto - e figlio al seguito) che mi punta: "Ehi tu, puoi critcare tutti, ma non Totti. Perché lui è nostro fratello (con tutti quei soldi li manda in curva?), fratello di tutti noi, siamo una grande famiglia". A volte penso che gli stessi diritti (umani e civili) non andrebbero assicurati a tutti. A Totti di certo.

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